Restaurato Il simulacro di San Nicola: è di nuovo quello di 250 anni fa - SARDEGNA


Muravera

Published on 3 Dicembre, 2015 | by Redazione

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Restaurato Il simulacro di San Nicola: è di nuovo quello di 250 anni fa

san nicola festa 2Sabato cinque dicembre il simulacro di San Nicola ritornerà al suo posto ed al suo splendore originario nella chiesa di Muravera.

Dopo 180 giorni di lavoro, indagini accurate e relazioni tecniche il simulacro ligneo processionale di San Nicola di Bari, patrono di Muravera, è stato infatti recuperato: tornerà ad essere quello che 250 anni fa il Lonis aveva immaginato.

Un’opera realizzata con una somma ingente per allora. I registri parrocchiali parlano di ben 100 lire di commissione, a cui si aggiunsero i lavori di una cassa affinché il trasporto avvenisse via mare con destinazione d’attracco Porto Corallo.

Il comitato giovanile “Obrerisi de Santa Luxia” ha portato avanti l’iniziativa assieme al parroco Don Emilio Manca che ha da subito assecondato il progetto.

I fondi utili a sovvenzionare i lavori sono pervenuti da iniziative esterne alla questua che i giovani hanno organizzato negli appuntamenti più importanti a cui hanno partecipato (cortes di Santa Lucia e Sagra degli Agrumi) unitamente al contributo dell’Albaruja Hotel e di un privato cittadino che ha chiesto di restare anonimo.

Il simulacro in legno policromo di San Nicola venne ordinato nella seconda metà del Settecento dal canonico Deplano con l’intento di abbellire la zona presbiteriale.

Dalla bottega del Lonis, l’opera venne portata al porto di Cagliari da dove partì con destinazione Villaputzu. Si preferì il viaggio via mare, essendo la strada troppo pericolosa per gli assalti di banditi e malintenzionati.

Ad accogliere il Santo un nutrito numero di fedeli in festa unitamente al canonico Deplano che commissionò diverse opere d’arredo per abbellire la nostra parrocchiale.

La torsione del corpo, la gestualità delle mani e il panneggio costituiscono i caratteri tipici della scultura lonisiana che ritroviamo in molte opere ed in particolare nel Sant’Efisio martire conservato nell’omonima chiesa cagliaritana; al contrario il volto trova riscontri con un Cristo risorto custodito nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Seui, mentre il gesto della mano destra viene ripetuto in maniera pressoché identica ad una statua raffigurante il Cristo risorto databile alla seconda metà del XVIII secolo e conservato in questo stesso edificio.

L’usura del tempo e le maldestre maestranze che negli anni hanno cercato di “aggiustare” il simulacro hanno lasciato tracce e segni evidenti spesso rischiando di far danni irreparabili.

Sotto lo spesso strato di colori ad olio infatti gli abiti vescovili si presentavano dorati, violacei e infine celesti. Colori che mal si addicono a quelli originali che avremo modo di vedere ed ammirare nei due giorni di festa ormai alle porte.

Un lavoro più difficile del previsto coordinato dalla dottoressa Deidda. E’ stato necessario infatti, dopo i lavori di pulitura sezionare diverse parti dell’opera con un bisturi per capire i diversi materiali presenti e le tecniche utilizzate. Secondo gli studi fatti circa 150 anni fa si decise di ridipingere la scultura con colori scuri e poco luminosi per fare in modo che gli unici due simulacri del patrono presenti in Chiesa si somigliassero. Un’idea maldestra che rischiava di cancellare l’immagine datagli dall’artista.

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