..." /> La contessa ospite di Sgarbi: "Una meraviglia" - SARDEGNA


Villaputzu

Published on 2 Giugno, 2014 | by Manuela Podda

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La contessa ospite di Sgarbi: “Una meraviglia”

contessa e sgarbi 2Ospite di Sgarbi. Al Quirinale e poi a casa.
E’ l’ultima esperienza “indimenticabile” di Donna Katia Monni – Contessa di Torres che potete leggere in questa intervista-racconto. Buona lettura

Donna Katia Monni – Contessa Di Torres, a lei la vita ha concesso il dono di vivere un’esperienza non da tutti, ossia conoscere personalmente il grande critico d’arte Vittorio Sgarbi…
Ho avuto l’onore e il privilegio di essere stata invitata dal grande critico d’arte Vittorio Sgarbi al Quirinale in occasione di due sue conferenze; una su Tintoretto, e l’altra sull’ombra del Divino. Dopo le conferenze sono stata ospite a cena nella sua residenza, splendida dimora costruita nel Quattrocento. Un tempo appartenuta ai Principi Massimo (o Massimi), la residenza è decorata con pitture monocrome. Il soffitto fu affrescato da Daniele da Volterra, e la dimora figura fra le più interessanti fabbriche della cultura manierista.

Tra le due, quale delle conferenze le è rimasta maggiormente impressa nella memoria?
Quella sull’ombra del Divino (la conferenza deve il suo nome al titolo del suo ultimo libro capolavoro, “L’ombra del Divino nell’Arte Contemporanea)…. Un meraviglioso monologo, quello di Vittorio Sgarbi, che con le sue numerose sfumature, ha introdotto i presenti verso un sempre più interessante ascolto. Si è parlato di Architettura,di Arte Contemporanea, di come certi artisti e architetti rovinino l’arte costruendo “stronzate e piste da ballo”(come le chiama lui)…. Le persone che vi hanno partecipato, più di una volta si sono alzate in piedi ad applaudire il grande Critico, sempre schietto e sincero. Tra una conferenza e l’altra, Sgarbi ha trovato il tempo di correre in macchina con il suo autista (io e il mio fidanzato seduti nel sedile posteriore) per condurci a Palazzo Venezia (Roma), dove stavano smontando la prestigiosa mostra “Al tempo di Caravaggio: 1600- 1630”, aperta al pubblico sino al giorno prima. Il Dottor Sgarbi ha fatto riaprire appositamente per noi la mostra per permetterci di dare un’ultima occhiata alle opere. Le opere erano al buio. Sgarbi ha fatto riaccendere le luci e così ha avuto l’onore e il privilegio di ricevere la presentazione e la descrizione di ogni singola opera …personalmente dal Grande Critico d’Arte. Quasi 45.000 presenze di visitatori registrate, ma solo io, il mio fidanzato e quelle poche persone che vi erano dinnanzi in quel momento, abbiamo potuto ammirarle sotto i commenti del più noto critico italiano. Se non erro, vi erano circa 140 dipinti provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, alcuni mai esposti in Italia prima di allora. Illustravano il panorama artistico della città eterna in cui visse e operò Caravaggio nel periodo compreso tra il 1600 e il 1630 (un’idea curata da Rossella Vodret).
Non dimenticherò mai quest’esperienza unica e preziosa.


In quell’occasione Sgarbi è stato tanto gentile da invitarvi a casa sua, a dispetto dell’opinione popolare (da me non condivisa) che lo vorrebbe burbero e scontroso. Ci può raccontare qualcosa della sua permanenza in casa Sgarbi?
Per la conferenza su Tintoretto ci è stato riservato il posto in prima fila, e al termine, Sgarbi ci ha invitò ad andare con la sua vettura (guidata dal suo autista personale) a casa sua. La sua dimora si riempì di ospiti illustri e, mentre lui si assentò un attimo, diede a me il compito di fare gli onori di casa. Dopo circa mezz’ora rientrò, seguito da quattro ragazzi in giacca rossa che portavano la cena su vassoi argentati. Il menù prevedeva spaghetti al ragù, tiramisù per tutti… e naturalmente i dolci della Sardegna che portai io! Prima che io e il mio fidanzato lasciassimo la sua casa, Sgarbi scartò il mio regalo, un dipinto realizzato da me raffigurante una Venere, lo scrutò attentamente e disse: “Katia, lo hai fatto tu? Complimenti! Sei veramente molto brava… Continua a dipingere… Brava!”. Non c’è gratificazione più grande di questa per una pittrice, ve lo posso assicurare! (nella foto il quadro di Donna Katia Monni)

contessa quadroComplimenti anche dalla Redazione di Sardegna Sud Est. Senza dubbio, un commento lodevole da parte di Sgarbi è l’aspirazione massima per un pittore italiano. Anche perché, come sappiamo, è così schietto e scevro di ipocrisie da non dispensare complimenti se non apprezza davvero un’opera. Potrebbe farci un ritratto, stavolta a parole, di Sgarbi?
Assocerei a Sgarbi la teoria di un Grande Uomo del XIX secolo, Thomas Carlyle, che affermò :” La storia del mondo non è altro che la biografia di grandi uomini”, proposizione che rifletteva il suo convincimento secondo cui alcuni uomini forgiano la storia con le loro eccezionali attitudini, ma anche con l’ispirazione Divina. Mi permetto di definire il nostro grande Critico “Grande divulgatore”. Uomo di grande impatto nel rapporto con gli altri, anche nella sua quotidianità. Diffonde Cultura senza far pesare il suo sapere. E poi, lasciatemi aggiungere che Sgarbi nella sua vita privata di tutti i giorni è estremamente cordiale, gentile, ospitale… E inoltre ha un debole per la gente sarda e per la Sardegna. Il mio motto è stato sempre “La storia è memoria”. Una memoria che gli storici si sforzano, attraverso lo studio dei documenti ,di rendere oggettiva, la più veritiera possibile: ma è pur sempre memoria. Non proporre ai giovani una conoscenza della storia che risalga a periodi essenziali e lontani del passato, significa fare dei giovani degli orfani del passato, e privarli dei mezzi per pensare correttamente nel nostro mondo e per potervi agire bene. Per questo, credo che il Grande Critico e intellettuale Vittorio Sgarbi, voglia e riesca ad essere anche un Grande Divulgatore. Una persona di grande spessore umano e di altissimo profilo intellettuale.

Cosa le ha lasciato quest’incontro, a livello interiore?
A mio avviso, la ricchezza della vita sta negli incontri che lasciano qualcosa dentro. L’incontro con Vittorio Sgarbi, oltre ad avermi arricchita profondamente, è stato il preludio di un disegno che va compiendosi. A ciascuno di noi infatti il buon Dio ha fatto dono di uniche virtù e straordinarie doti che raggiungeranno la loro più inebriante essenza nell’affascinante cammino della vita. Ogni uomo, se pur piccolo dinnanzi alla grandezza del cosmo, è la perla più preziosa nelle mani dell’eternità. Eternità che rende eccelsa la memoria di chi è vissuto, vive e vivrà.

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