“La basi militari? Hanno fatto regredire i Comuni interessati”

Un sindaco scrittore, Fernando Codonesu, che presenta il suo ultimo libro “Basi militari, modello di sviluppo e sovranità in Sardegna” nel suo paese, a Villaputzu.

In una sala gremita, incuriosita, affascinata dalle parole della presentatrice, la giornalista Carmina Conte. Che introduce l’opera con una certa soddisfazione “perché tutti i ragionamenti che si fanno sulle servitù militari in Sardegna e su Quirra sono frutto di carte, documenti inoppugnabili, e non di racconti romanzati”.

E il punto, uno dei punti, è proprio quello della ridiscussione dei rapporti tra Stato e Sardegna sul futuro dei Poligoni. Con la Sardegna che deve avere “un nuovo ruolo sovrano nelle trattative, sia con la stato italiano che con il resto del mondo”. E questo perché “si è dimostrato con dati certi che i Comuni interessati dalle basi militari non solo non hanno avuto sviluppo ma sono stati costretti a indietreggiare”.

Fernando Codonesu indica un percorso di possibile superamento delle servitù “che ha bisogno di tempo ed energie e ulteriore condivisione, che deve essere di popolo”.

Gli strumenti, secondo il sindaco, ci sono, e sono di carattere istituzionale: il nostro statuto, la costituzione e una prospettiva europea. “La nuova guida della Regione – ha detto Codonesu – dovrebbe avere questo tema al centro della sua agenda politica”.

Un processo lento, insomma, ma inesorabile. Con la tecnologia in primo piano che consentirebbe di far crescere i territori sino ad oggi soggetti alle servitù militari.

Emblematica la citazione che introduce il libro. E’ un discorso tra padre e figlio a metà del secolo scorso. In sardo (e tradotto in italiano):
Cosa significa che devono espropriare le terre di Quirra?
Che ce ne dobbiamo andare e senza terra dovremmo vendere il bestiame
E alle famiglie che vivono lì, cosa succede?
Non lo so con precisione, ma credo che dovremo emigrare tutti per guadagnarci il pane, sicuramente nulla sarà più come prima.
Ma la terra, mica la rubano, né se la portano via in spalla, e poi la pagheranno pure, non credi?
Dicono che la pagano, ma è come se l’avessero rubata.
Quando divento grande gliela riprendiamo, come stanno facendo adesso loro.
Dio lo voglia!

Il libro affronta anche altri temi, come quelle dell’energia: “Io sono una delle poche voci – ha sottolineato il sindaco – che ha denunciato il bluff sul prezzo dell’energia. E cioè, le famiglie sarde pagano come tutte le famiglie italiane, ma le stessa energia viene remunerata il 30 per cento in più a chi la produce e quindi, indirettamente, tutta la popolazione italiana la paga di più. L’imbroglio nasce quando si parla delle grandi industrie energivore, come Alcoa. Un disastro, si è pensato solo ad ingrassare queste industrie, e potrei fare nomi e cognomi dei politici complici”.

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