Cultura

Published on 16 Giugno, 2013 | by Nino Melis

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Presentato il saggio di Auteri sulla criminosità in Sardegna

La scelta del luogo è apparsa emblematica : Gairo è un paese dove le attività culturali sono rarissime mentre gli episodi legati alla criminosità sono fin troppo frequenti sulle pagine dei giornali. Atti criminosi ai danni di beni pubblici, di amministratori, di intellettuali, di aziende e di privati cittadini. In questo contesto, è risultata altamente positiva , quanto inaspettata , la presenza di numerose persone che hanno partecipato con interesse alla manifestazione organizzata con scrupolo dalla Pro Loco. Un pubblico di gairesi,anche se non sono mancati gli ospiti illustri .

Certamente il lavoro di Maurizio Auteri appare in controtendenza, secondo i relatori Antonio Luigi Demuro magistrato con radici gairesi, lo scrittore jerzese Tonino Serra e il giornalista foghesino Giacomo Mameli, rispetto al disinteresse per la tematica da parte di istituzioni quali quelle universitarie.

Mentre sarebbe auspicabile che si iniziasse a ricercare e studiare su questo argomento anche alla luce e con l’ausilio delle moderne competenze Il sistema normativo vigente – è il cuore dell’analisi che sottende il saggio di Auteri – viene spesso percepito come un’imposizione esterna, repressiva ed incapace di recepire i caratteri plurisecolari del modus operandi e della coscienza collettiva, morale, etica e civica dei sardi.   In tal senso sono apparsi significativi gli interventi fatti dal presidente del Tribunale di Nuoro Antonio Luigi Demuro che ha sottolineato l’assoluta necessità di una razionalizzazione delle tematiche e dei fenomeni legati alla criminosità a partire dalla conoscenza e contestualizzazione di atti antichi come, ad esempio, quelli che, già nel 1297, videro la nostra terra intesa quale oggetto di dono da parte dell’allora pontefice Bonifacio VIII, in “feudo perpetuo”, al re d’Aragona Giacomo II.

Quest’ultimo divenne formalmente anche Re di Sardegna, senza che si prendessero in considerazione alcuna le volontà dei sardi e, tantomeno, la legislazione scritta e non scritta, i caratteri specifici della società e della cultura sarda di allora. Lo scrittore Tonino Serra ha evidenziato alcune dinamiche e modalità d’azione che possono avere ingenerato una sorta di scollamento fra la normativa vigente e la legalità intesa e percepita dal sardo medio, che alla lunga ha dato origine a fenomeni di degenerazione quali sa balentia, il banditismo.

Fenomeni che talvolta vengono interpretati, erroneamente, come modalità di lotta e resistenza, scordando che non esiste nessuno che si pone come invasore, ma che le leggi sono intese e disposte in maniera astratta ed oggettiva per il bene della collettività. Il dibattito è stato moderato da Giacomo Mameli . L’intervento del Sindaco di Gairo, Roberto Marino Marceddu, è stato di carattere molto più pragmatico. Partendo dalla considerazione che il tema del libro è molto affascinante e che l’isolamento della nostra terra ha in qualche modo ed in qualche misura caratterizzato e forgiato il carattere chiuso dei sardi, Marceddu ha evidenziato quelli che sono gli sforzi che gli amministratori locali possono porre in essere al fine di arginare i fenomeni legati alla criminalità.

Quantunque gli tessi abbiano a disposizione ben pochi strumenti, per di più limitati ed inadeguati.   Il saggio di ’Auteri si è soffermato a sviscerare i vari aspetti del rapporto fra Carta de Logu, Codice Barbaricino, Ordinamento giuridico Aragonese, Spagnolo, Austriaco, Piemontese ed Ordinamento attuale dello Stato italiano, sia del periodo monarchico che di quello repubblicano.

Evidenziando l’impatto che ha generato il succedersi delle varie dominazioni, con i loro differenti ordinamenti, sulla mentalità dei sardi ed il loro rapporto con lo Stato. Condizioni, secondo l’Auteri, che, legatesi alle particolari condizioni geofisiche, all’isolamento, alle poco avanzate attività economico-produttive, alle risorse molto limitate, hanno portato al generarsi di fenomeni negativi quali quello del banditismo. Tonino Serra ha guidato l’uditorio in un percorso di riscoperta di fatti connessi alla legalità ed alla criminosità, accaduti in Ogliastra ed in particolare a Gairo, di cui ha ricordato diversi aneddoti, tra i quali qualcuno oramai perso alla memoria storica e collettiva.

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