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Published on 7 Dicembre, 2013 | by Stefano Meloni

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Quartu, via al forum hispanico sardo: vino, prosciutto e flamenco

Vino, prosciutto e… flamenco. Sono questi gli elementi caratterizzanti la seconda edizione del “Forum Hispanico Sardo”, ideato dall’associazione culturale Caribe con l’intento di evidenziare, attraverso i due elementi eno – gastronomici, la secolare relazione esistente fra la Spagna e la Sardegna.

Dopo l’introduzione del sindaco Mauro Contini,  dell’assessore alla cultura Carlo Melis e l’assessore alle attività produttive Dino Cocco, la prima mattinata ha visto susseguirsi diverse testimonianze.

“Il vino per noi è un alimento, non una bevanda alcoolica. Con ottocento mila ettari dedicati, siamo il “vigneto del mondo” ma non  riusciamo ad esportare quanto i francesi, più bravi a consorziarsi”. A parlare è lo spagnolo Juan Miguel Cebrian, presidente del consorzio “Manchuela”di Albacete, città della Castilla – La Mancha. Non manca un affondo sulle politiche comunitarie: “L’Unione Europea ci impone delle norme che i produttori argentini e cileni non hanno”.

Sull’origine del più antico vino, il “Cannonau”, il dottor Gianni Lovicu dell’Agris, dice: “Recenti studi hanno dimostrato che il Cannonau sardo è diverso da quello del territorio iberico. Probabilmente è un vino autoctono e non di importazione”.

Ma se il Cannonau nostrano non è stato introdotto, tre secoli di dominazione spagnola hanno comunque consentito uno scambio bi-direzionale fra le due terre. “Due comari con una lunga storia condivisa, capaci di intrecciare anche rapporti economici”. Così il professor Giorgio Pellegrini, dell’Università di Cagliari, definisce la relazione socio – culturale vigente fra la Sardegna e la Spagna.

Quest’ ultima, tuttavia, ha un passo in avanti per quanto concerne l’eno – turismo. La professoressa, Llanos Mateo di Albacete, ne spiega il successo: “Grazie ad un progetto partito dieci anni fa, la sinergia fra amministrazioni pubbliche e viticoltori ha indotto un turismo culturale in zone precedente escluse dai circuiti turistici.” Un circuito economico che, associando il vino a gastronomia e centri benessere, ha oltretutto creato posti di lavoro.

Un concetto ribadito anche da Efisio Perra, presidente della Coldiretti Cagliari: “Paghiamo la scarsa abilità nel recepire le risorse comunitarie. Se penso ai diciassette vitigni autoctoni della nostra isola, – prosegue il sindacalista – occorre creare dei distretti capaci di incrementare il turismo come reale alternativa a quei sistemi produttivi rivelatisi fallimentari.”

E se Bacco concesse ai contadini il “Nettare di Dio”, per tutti gli amanti del vino e del prosciutto, c’è tempo sino a domenica sera, dalla 10 alle 22, presso i locali del Chiostro dei Cappuccini in via Brigata Sassari a Quartu Sant’ Elena.

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