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Published on 9 Luglio, 2013 | by Nino Melis

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Tatuaggio non fa rima con atleta. Esito di una ricerca made in Ogliastra

Giorgio Usai, 42 anni, ogliastrino di Jerzu, ha svolto gran parte della professione di preparatore atletico e ricercatore scientifico tra Varese e la Svizzera.
Ha seguito calciatori e atleti famosi nelle diverse discipline, compresi alcuni piloti di competizioni automobilistiche internazionali. Usai è il promotore di uno studio sulla relazione tra tatuaggi o branding e prestazione sportiva che da oltre tre anni viene portato avanti da un gruppo internazionale.
I test sono stati effettuati fino ad ora  in Spagna, Svizzera e Italia su vari atleti del settore agonistico, in particolare calciatori.

<<Il tatuaggio – esordisce il ricercatore di Jerzu – è indubbiamente una pratica invasiva e dolorosa (per via degli aghi e delle sostanze coloranti). Quella del, branding è ancor più cruenta. Non quanto il marchio a fuoco che si applica sulle mucche ( in inglese branding significa marchio). Si tratta comunque  di una scarnificazione che crea cicatrici in rilievo, seguendo le linee di un disegno >>.
Il lavoro di verifica su tatuaggio e sport ha già superato la metà del percorso e ora si sposta negli Stati Uniti.

D.: Saranno pure discutibili da un punto di vista estetico ma chi prova che sono nocivi  per la salute o il rendimento dell’atleta ?

<< Sia il tatuaggio che il branding – risponde Giorgio Usai– costituiscono una variazione (spesso traumatica) dell’epidermide e dei tessuti sottostanti, con un effetto sull’organismo. Variazione della mobilità della parte interessata (anche del muscolo), adattamento della postura, riduzione di capacità come la reattività, il coordinamento, l’elasticità. Tutte doti che nello sport sono più che importanti>>.

In definitiva, si tratta di cose nocive ( come il fumo) che possono ridurre l’efficacia della performance, ma che non impediscono ad un atleta dotato di essere un campione. Anche se il dubbio resta legittimo: come sarebbe Ibrahimovic senza i tatuaggi? Domanda che non si pone per Buffon, visto che di tatuaggi sulla pelle non ha mai voluto sentire.

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