a vera guerra si gioca  ora su..." /> La Provincia è morta, ammazzata. L'Ogliastra guarda oltre - SARDEGNA


Archivio AL CENTRO BRUNO PILIA EX PRESIDENTE PROVINCIA OGLIASTRA

Published on 6 Luglio, 2013 | by Nino Melis

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La Provincia è morta, ammazzata. L’Ogliastra guarda oltre

“La battaglia legale contro il commissariamento prosegue ma la vera guerra si gioca  ora sul terreno della politica, con l’obbiettivo di contrastare il disegno neocentralista della giunta Cappellacci.
I servizi decentrati acquisiti con la nascita della Provincia vanno difesi fino in fondo. Devono far capo ad un nuovo organismo comunque rappresentativo dell’unità e identità del territorio”.

A SINISTRA IL CONSIGLIERE DEL PD FRANCO SABATINIO, A DESTRA IL CONSIGLIERE DEL PDL ANGELO STOCHINOIl concetto è stato ribadito da Bruno Pilia presidente dimissionato della Provincia Ogliastra all’assemblea delle 23 amministrazioni comunali tenuta due giorni fa nel municipio di Barisardo.

Sempre a Barisardo è programmata per il prossimo 20 luglio la manifestazione popolare a sostegno di un progetto di decentramento condiviso dalla popolazione, contro il ventilato accorpamento del territorio alla vecchia provincia di Nuoro.

“Con l’avvento della Provincia – ha spiegato Pilia nella trasmissione ”Il Cittadino” andata in onda su Radio Stella – il prodotto interno lordo dell’Ogliastra è cresciuto del 10 per cento, il volume dei lavori pubblici e delle opere strategiche del 25 per cento, rispetto ai tempi della coabitazione forzata con Nuoro.

Intendiamo difendere i presìdi del territorio legati al ”parametro provincia” a cominciare dalla Asl e dal Tribunale “.

I due consiglieri regionali eletti in Ogliastra, Angelo Stochino del Pdl e Franco Sabatini del Pd hanno assicurato dal canto loro che si batteranno contro il tentativo di lasciare in vita le sole quattro province storiche .

Mentre sono in molti a dubitare che il referendum lanciato dai Riformatori sia stato usato come grimaldello per far fuori le sole quattro nuove province.

Tutti sembrano invece aver dimenticato che il referendum ha dato indicazione anche per la cancellazione delle 4 province storiche, per la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 80 a 50 ( non 60 come approvato dal consiglio), per la soppressione delle diverse decine di enti e agenzie della Regione dotati ciascuno di consiglio d’amministrazione e revisori dei conti lautamente retribuiti. Ad un costo che supera ampiamente quello necessario per assicurare rappresentanza alle 8 province sarde.

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