Sarrabus Gerrei

Published on 5 Marzo, 2016 | by Sara L. Canu

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Il Sarrabus per il San Marcellino: “Non siamo numeri”

Un fiume in piena. Non c’è altro modo per descrivere le migliaia di persone che hanno attraversato il ponte di ferro che unisce Villaputzu con gli altri paesi del Sarrabus. Stessa descrizione valida per tutti i manifestanti arrivati da San Vito e da Muravera.

Alle 11 in punto i cortei composti dai tre paesi si sono incontrati alla rotonda della ex strada statale 125 per protestare insieme e con forza contro il ridimensionamento dell’ospedale San Marcellino di Muravera.

“Non siamo numeri! Non siamo numeri!” è lo slogan scandito dai giovanissimi studenti delle scuole elementari e condiviso da tutti i presenti.

Amministratori comunali di tutti i paesi, parroci, associazioni di volontariato, associazioni culturali, protezione civile, il movimento “Salviamo l’Ospedale San Marcellino” e la Onlus “Obiettivo Sanità Sardegna” assieme a cittadini, studenti e commercianti che per l’occasione, alle 11, hanno abbassato le serrande delle proprie attività per partecipare alla protesta e sottolineare così il proprio dissenso.

Tra i sindaci, presente in fascia tricolore, anche il giovane Lorenzo Secci, sindaco della giunta giovanile di San Vito.

La manifestazione è confluita nel campo sportivo delle scuole elementari e medie proprio situate di fronte all’ospedale San Marcellino.

Marco Falchi, sindaco di Muravera, prende la parola per ringraziare i cittadini, le associazioni e tutti i partecipanti. Scatta un applauso particolarmente forte quando ringrazia Lidia Todde, vera paladina della lotta in difesa dell’ospedale, la prima persona a dare l’allarme sui rischi che correva il presidio ospedaliero di Muravera nonché coordinatrice del Movimento Salviamo l’Ospedale San Marcellino e Presidente della Onlus Obiettivo Sanità Sardegna.

A seguito dei ringraziamenti, legge alla popolazione la delibera che i sindaci hanno firmato e che hanno già presentato alle autorità regionali. Delibera che sottolinea i punti non considerati dalla riforma: l’afflusso turistico durante il periodo estivo,l’impossibilità di intervenire in una situazione di emergenza e la mancanza di rispetto dei tempi stabiliti dal protocollo sanitario dovuta ai 60 chilometri di distanza da Cagliari che mettono la vita di un paziente in mano alla casualità degli agenti atmosferici e del traffico.

E infine, altra importante caratteristica, la difficoltà per i familiari di un ammalato di poter sostenere i propri cari.

E, prima di dare la parola agli altri sindaci, conclude: “Questa delibera rappresenta la nostra assoluta contrarietà per la riforma che ridimensiona il San Marcellino e tutti i presidi ospedalieri di base coinvolti da questa riforma”.

Interviene Sandro Porcu, il sindaco di Villaputzu: “Non mi sono preparato alcun discorso ma ho fatto affidamento al mio cuore e ai miei sentimenti: userò questi. E’ stata un’emozione marciare con il mio paese e arrivare alla rotonda a incontrare gli altri paesi. Non abbiamo vinto la guerra ma sento che oggi abbiamo vinto un’importante battaglia e con un ottimo risultato: vedere il Sarrabus unito! E’ la prima delle nostre azioni eclatanti. Faremo un’altra manifestazione a Cagliari, spero che saremo così numerosi. Per questo ospedale, non troppo tempo fa è stato stanziato un finanziamento di cinque milioni di euro, chiediamo solo di tenerlo. Oggi siamo qui per manifestare il nostro diritto alla salute, alla vita e, come Sarrabus, il nostro diritto a esistere”

Duro l’intervento del sindaco di Villasimius: “Sia la giunta Soru che la giunta Cappellacci hanno portato avanti il finanziamento da 5 milioni di euro, poi il governo Letta ha promosso i tagli. Tagli che toccano la sanità e mai i vitalizi dei politici che anzi, aumentano di continuo.”

Parla anche la sindaco di San Vito Gabriella Meloni: “E’ molto emozionante stare qui, è una lotta che riguarda tutti. Non rispondiamo né a padroni, né a partiti che non sostengono il nostro territorio”.

Dopo i sindaci, ampio spazio per il dibattito. Diverse le persone che scelgono di intervenire ma l’intervento più toccante è quello di Fabio Spanu che legge una lettera di suo fratello Marco, affetto da distrofia muscolare di Duchenne. Racconta della malattia che lo colpisce dal 1993 e di tutte le volte che ha avuto bisogno dell’ospedale di San Marcellino.

Lettera che termina con un messaggio di protesta e di speranza: “Nonostante tutte le sofferenze sono felice di vivere e senza il San Marcellino non sarei qui”

Netto distacco verso la riforma regionale anche dai circoli PD del territorio. Il segretario Sandro Lorrai, in rappresentanza di tutti i circoli del Sarrabus-Gerrei, afferma: “Ci opponiamo con forza, la salute non ha un colore politico. Questo ospedale è come una Ferrari e deve funzionare”

Intervengono gli esponenti della Cisl (“La salute non è merce di scambio, non è solo per i ricchi e non è per chi la può pagare”) e della UIL (“Non si razionalizza sulla pelle dei cittadini, è un crimine contro l’umanità! Cagliari ha 7 ospedali, possibile che si debba chiudere l’unico del Sarrabus Gerrei?”) di Cagliari.

Lidia Todde: “Questa giornata è una grande soddisfazione per noi, è da settembre 2014 che lavoriamo, finalmente tutti si sono accorti del rischio che corriamo e che noi, cittadini di periferia, siamo considerati meno importanti di chi vive nelle città. Non è una lotta solo del Sarrabus ma di tutti. Cerchiamo di andare tutti a manifestare a Cagliari in modo che i politici si accorgano di noi anche in queste situazioni, non solo quando vengono qui a cercare i voti”

Noemi Manca, vicesindaco di Muravera: “Non siamo qui per un dispetto, ma solo per salvaguardare un nostro diritto”

Claudia Zuncheddu, medico, scrittrice e segretario del movimento politico Sardigna Libera: “Apre l’ospedale del Qatar a Olbia e sacrificano i nostri ospedali. Fanno in modo che il Qatar diventi padroni dei nostri beni e non intervengono per la difesa del San Marcellino. Considerano la distanza come se fossimo in Lombardia ma qui non abbiamo strade e mezzi e se uno, in una situazione di emergenza, deve arrivare a Cagliari, ci arriva morto. Lottiamo e siamo vicini agli altri presidi, anche Lanusei e l’Ogliastra sono in lotta: il sud est della Sardegna sarà un Far West”

Francesca Mattana, assessore al bilancio del comune di Muravera: “Io vorrei dire solo ai politici che sono venuti e che verranno nella nostra zona a cercare voti di rappresentarci per davvero, almeno per una volta, e che si facciano portavoce del nostro emendamento”

Fabio Barbarossa, medico di base di San Nicolò Gerrei: “Tutto quello che concerne la salute viene sempre mischiato con burocrazia che impone sempre di mettere mano al portafogli. Da medico e da uomo di 61 anni mi sono reso conto che posso solo agire in un unico modo: disobbedienza civile. È quello che sta succedendo anche adesso con il decreto Lorenzin che infatti verrà modificato. Qualcosa si può ancora fare”

Parlano ancora Milena Mocco e Marco Siddi, consiglieri di minoranza di Muravera e San Vito per ribadire la loro contrarietà a questa riforma.

Gino Palmese, componente di Obiettivo Sanità Sardegna: “Tutte le volte i tagli riguardano i diritti, mai i privilegi e i vitalizi”

Isabella Piazza, commerciante e artigiana: “Per una volta vorrei che fosse Cagliari a venire qui, che si spostino loro, che vedano quale distanza ci sia da Cagliari. E magari blocchiamo la 125, in modo che facciano quelle belle curve, così magari si rendono conto”

Piccolo spazio anche per i più giovani con l’intervento di uno scolaro di terza elementare: “Io voglio dire che i politici sono dei killer e uccidono perché se uno che sta per morire da Muravera deve arrivare a Cagliari, ci arriva che è già morto”

Ultimi interventi per Simona Codonesu, del Movimento Salviamo l’Ospedale San Marcellino (“la nostra campagna comincia a dare i suoi frutti. L’assessore Arru nella sua riforma parla solo di numeri: eccoli qui i numeri, siamo noi!”) e per Marco Fanni, assessore al turismo del comune di Muravera (“Tempo fa gli stessi tecnici della commissione sanitaria affermavano quanto questo ospedale fosse funzionante e da difendere. Nel giro di pochi mesi è cambiato tutto e vogliono ridimensionare: che tornino indietro!”)

Si conclude così una mattinata molto viva e molto movimentata, la prima delle azioni eclatanti in difesa dell’ospedale San Marcellino.

La popolazione non si arrende.

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