Opinioni

Published on 30 Novembre, 2015 | by Piera Conconi

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Volantini anonimi e offese su Facebook

Il malcontento della gente è prorompente e non parlo solo di Muravera ma mi riferisco a tutta l’Italia, Paese in cui i cittadini sono disperati e chiedono aiuto al governo, che continua a essere assente ed egoista; alle istituzioni, assenti anch’esse o impossibilitate a intervenire. Ma le proteste si ripetono quotidianamente, l’insoddisfazione dei cittadini cresce, diventando anche pericolosa.

Negli ultimi tempi la polemica sta esplodendo sul web, piazza pubblica, dove tutti ci sentiamo sicuri, dove non si ha paura del contraddittorio perché questo sul web non sempre esiste, in particolare sui network, facebook primo di tutti, dove non tutti, anche se non d’accordo su un post, dimostrano il contrario, commentano sì, ma non in modo incisivo e determinato, senza esporre una tesi contraddittoria. Il commento non funge da contraddittorio ma solo da semplice commento.

E allora leggiamo di proteste sterili, di offese alle persone e alle categorie, di provocazioni che di provocante hanno ben poco, se non attirare tanti “mi piace” e condivisioni.

E’ un modo diffuso di lamentarsi, nascondendosi dietro uno schermo e non affrontando il problema per poterlo poi, magari, risolvere.

Un altro modo di protestare molto vecchio, utilizzato già prima che nascesse il web, è il volantinaggio anonimo. Questa mattina a Muravera in alcune delle strade che portano verso i giardini, le cunette erano piene di volantini anonimi offensivi verso delle persone che, secondo chi li ha scritti, non svolgerebbero appieno e in maniera corretta il loro dovere di “forze dell’ordine”.

Il volantinaggio, molto più di fb, è un modo vigliacco di denunciare un fatto, sminuendo quell’episodio, magari anche grave e imputabile a qualcuno. Sì, perché di fronte a un volantino tutti chiacchierano, certo questa volta non c’è bisogno di indovinare i nomi, ma la diatriba che si viene a creare tra coloro che leggono e commentano è sterile e riesce solo ad alimentare un generale malcontento.

Forse abbiamo paura di denunciare apertamente le ingiustizie che subiamo o che crediamo di subire, ma siamo cittadini di uno Stato che deve tutelarci e forse sarebbe il caso di iniziare ad avere più coraggio e pensare che dobbiamo creare una società migliore rispetto a quella attuale.

Forse protestando in questo modo allo Stato patrigno facciamo solo un gran favore.

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