Opinioni

Published on 10 Luglio, 2015 | by Piera Conconi

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La “smovida” muraverese

Muravera paese turistico? Davvero?

Ad uscire in giro per la via Roma e dintorni alla sera, ma anche al pomeriggio, non si direbbe proprio.

Niente di niente, di pomeriggio negozi aperti, ma vuoti, i turisti che hanno scelto Muravera come meta delle loro vacanze, sono al mare. Magari usciranno alla sera, dopocena, ma preferiscono stare in casa oppure spostarsi fuori dal paese in cerca di movimento e divertimento, perché qui non si muove niente: negozi chiusi, bar quasi vuoti, via Roma poco trafficata, solo bambini che corrono a piedi o in bicicletta, niente isola pedonale e siamo in Luglio.

La piazza Europa, unico centro di aggregazione per giovani e bambini, questi ultimi si spostano dai “gonfiabili” ai distributori di bibite (ma perché non si è pensato prima ad aprire uno spazio così utile? Il nuovo centro di aggregazione sociale del paese, altro che Centro giovani!) e infine in piazza Europa appunto, dove trovano altri bambini coi quali giocare a nascondino. Ma spesso succede che qualcuno li accusa di fare chiasso, magari quelle stesse persone che, paradossalmente, si lamentano che in paese non c’è niente.

Pensate che una decina di giorni fa, in via Montessori, qualcuno alle 22,30 ha pensato bene di lanciare su un gruppo di bambini dell’acqua dalla finestra della sua casa… accoglienza turistica alquanto anomala, ma per niente originale.

Però quello che mi angustia non è il fatto che a Muravera non ci sia niente di organizzato per l’estate, anche d’inverno è così.
C’è altro che mi preoccupa e molto di più.

I nostri ragazzi, parlo di quelli che hanno superato i 14/15 anni e che ai distributori di bibite non ci vanno se non per consumare qualcosa , ma poi vanno via. Cosa fanno quelli? Rintanati negli angoli più remoti di piazza Europa, nascosti perché è l’età in cui ci si nasconde dagli adulti, forse per fumare una sigaretta?

I nostri giovani, bravi ragazzi annoiati da tutto, ragazzi che si stancano dei giochi prima ancora di provarli, ragazzi disillusi da una società che non li considera sua parte integrante, impegnati a inviare sms, a scambiarsi selfies a volte compromettenti, altre simpatici e ludici. Disincantati anche da noi adulti che, forse, non siamo capaci di pensare al loro tempo libero in maniera più costruttiva.

Ragazzi che spesso rischiano di diventare vittime o “prede” di una società malsana che offre loro un “paese dei balocchi” dove tutto è bello, tutto è facile, ma tutto effimero.

Quasi quasi, per noi adulti, è preferibile il periodo invernale durante il quale i nostri figli sono impegnati con la scuola al mattino e con lo studio e le attività sportive (e soprattutto queste) al pomeriggio. D’estate, paradossalmente, li vediamo annoiarsi. Non un concerto, non una serata a tema, non un locale che li ospiti, solo una piazza, tra l’altro buia, che diventa, o può diventare luogo pericoloso, dove si potrebbero innescare dinamiche con epiloghi non sempre felici.

Sarebbe bello vedere questi ragazzi e questi bambini in giro per un paese vivo, dove il clima estivo si vede e si vive quotidianamente e li allontana dalla noia e dalle tentazioni insidiose. Forse così l’inquietudine si allontana.

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