Opinioni

Published on 2 Luglio, 2015 | by Sara L. Canu

0

“E’ colpa sua perché aveva la minigonna”

Partiamo da questo screenshot che ho preso dalla pagina facebook Raccolta statistica di commenti ridondanti

commenti

La notizia è che una ragazzina di 16 anni è stata violentata. A Roma.

Che orrore.

Ma a una vicenda terribile, si aggiungono altre terribili riflessioni.

Il colpevole della violenza è italiano. E’ un militare.

E la solfa cambia. Perché se fosse stato uno straniero, ma non uno straniero qualunque, allora i commenti sarebbero stati ben altri. Uno straniero purché proveniente da un posto considerato sfigato.

Se fosse stato un immigrato nordafricano? “A casa loro, sparateli a vista, non facciamo entrare questa m***a nel nostro paese!”

Rumeno? Uguale. Escluso per “sparate a vista” perché i rumeni sono bianchi e arrivano via terra, è più difficile distinguerli.

Per entrambi varrebbe il solito “Violentano le nostre donne” e quell’aggettivo possessivo messo lì (Vostre? Ma non scherziamo!) mi fa talmente ribrezzo che per descrivere il mio disgusto ho bisogno di un post a parte.

Se fosse stato un militare americano non si sarebbe neanche saputo l’avvenimento e gli Stati Uniti avrebbero già pagato cifre esorbitanti per il silenzio della ragazza e, in caso di fuga di notizie, ci sarebbe qualcuno a berciare sui due marò che ormai sono come il nero per l’abbigliamento, vanno su tutto.

Ma è un italiano. Ed è un militare. E vista la grande mentalità che ci ritroviamo, questo porta solo a distogliere l’attenzione sul colpevole per concentrarsi sul ruolo della vittima.

“Eh ma cosa ci fa una ragazzina di 16 anni in giro!”. Ci fa quello che ci facevi tu a 16 anni, pezzo d’asino! Era assieme a delle amiche a vedere uno spettacolo pirotecnico!

“E’ vero che le ragazze adesso sono sempre vestite pochissimo e sono spregiudicate, provocano di continuo!” Ah sì? Poi mi spiegate meglio cosa intendete dire, con quelle campagne contro l’utilizzo del burqa e del niqab.

E al di là di questo, una ragazza potrebbe anche decidere di uscire di casa senza vestiti. Questo non è e non sarà mai un invito ad approfittare di lei.

E già che ci siamo, spiegatemi anche perché l’8 marzo le vostre pagine facebook pullulano di link contro la violenza sulle donne. Solo l’8 marzo però, il 9 ricominciate a condividere aforismi su quanto la donna sia come il fustino di Dash che dà il meglio a 90°. Complimenti vivissimi, davvero!

Un argomento a cui tengo molto è la lotta ai pregiudizi di genere. Ne parlo spesso. Tengo anche al mio filmato amatoriale che ho girato lo scorso anno e che mi è stato ispirato da “Judgment”, il progetto scolastico che ha realizzato una ragazza canadese, Rosea Lake.

Il modo di vestire non significa niente. E voi dovreste saperlo. Soprattutto voi maschietti. Non tutti gli uomini sono uguali ovviamente (e fortunatamente), ma mi riferisco soprattutto a quei maschietti convinti che se una ragazza si concede sia una cretina che la dà a tutti e se non si concede sia una frigida del cavolo.

E’ curioso anche notare come ci si soffermi sull’educazione delle ragazze e mai su quella dei ragazzi. E questo argomento salta fuori anche nei casi di violenza domestica in cui la moglie, pluritradita, deve avere pazienza perché l’uomo è fatto così.

Tradisce. Ma non è colpa sua, è colpa delle altre ragazze esistenti sul globo terrestre. Perché loro sapevano che era sposato. Lui invece poverino, in preda a un’amnesia se n’è momentaneamente scordato. Giusto il tempo di correre dietro a una ragazza carina che sicuramente è una poco di buono perché magari gli ha sorriso.

Perché per alcuni, se sorride, è una che ci sta.

E’ il 2015 e se ti violentano per strada è ancora colpa tua che indossi la minigonna.

Ma che diavolo di Paese è mai questo?

Dal blog Che cos’è l’amor? Chiedilo al vento

Commenti

Commenti

Tags: , ,


About the Author



Comments are closed.

Back to Top ↑