Opinioni

Published on 29 Giugno, 2015 | by Valerio Boi

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Nuova programmazione territoriale, la grande occasione per il Sarrabus

Negli anni il territorio del Sarrabus da un’ economia principalmente basata sul settore primario è passata a quella del terziario (Turismo e commercio). Nelle zone costiere in pochi anni si è assistito ad un incremento delle attività immobiliari legate al turismo. Sono state realizzate case per affittare e strutture alberghiere, con un forte utilizzo di maestranze per le costruzioni prima e poi per la gestione delle attività una volta entrate a regime.

Oggi gli investimenti sulle costruzioni si sono notevolmente ridotti, mandando in crisi l’intero settore con il suo indotto. Sono rimaste le richieste degli operatori per la gestione delle strutture esistenti , ma con sempre più maestranze territoriali. I beni di consumo, salvo rari episodi, non vengono acquistati dagli operatori del territorio.
Questo modello economico che all’origine doveva garantire benessere e occupazione all’intero territorio, coinvolgendo anche gli altri settori dell’economia, non ha dato i risultati sperati, o meglio, non è sufficiente alla sempre maggiore richiesta da parte del territorio. Per certi versi è naufragato, si è spento lo sviluppo economico dentro i nostri paesi, premiando le economie di pochi sulla costa a scapito del resto della popolazione. In queste ultime stagioni, a sentire i commercianti e le altre realtà di servizio, i paesi stanno morendo.

Da alcuni anni timidamente e con grande professionalità all’interno dei nostri abitati, sulle periferie e nell’agro, si sono create piccole strutture di recettività e ospitalità (affitta camere, bed & breakfast) che attualmente sono in via di espansione. Strutture create all’interno dei paesi, gestite da persone qualificate, che in altri tempi erano a servizio dell’industri turistica e adesso preferiscono trarre utili da una attività gestita in forma propria.

Questo modello di ospitalità è in incremento, attirando turisti che hanno un concetto della vacanza diversa, che si base nel vivere con le popolazioni che li ospitano, che ormai cerca anche emozioni e sensazioni legate al territorio, al cibo di buona qualità che esso produce, che si sposta durante la giornata per visitare il territorio, ma rientra per trascorrere la serata in paese.

Questa economia si basa soprattutto su un’ offerta di qualità e non per il semplice profitto, che vissuta con altri numeri, potrà coinvolgere le diverse componenti della produzione, quella primaria, dei servizi e dell’artigianato, consentendo la distribuzione della ricchezza su un numero di operatori maggiori rispetto alla classica industria turistica.

Dopo la premessa fatta di sopra, la presente serve per inserire un pensiero, una proposta che si fonda su due principi: il primo che richiama il rinnovo di due consigli comunali del Sarrabus e le affermazioni di coesione territoriali espresse dai due nuovi Sindaci; il secondo, l’opportunità che la Regione Sardegna offre ai territori, capaci di aggregarsi almeno nella formula dell’ “Unione dei Comuni”.

Entrambe le considerazioni, possono essere racchiuse con l’opportunità che ci è concessa con la “PROGRAMMAZIONE TERRORIALE”, strumento di programmazione creato dall’attuale Governo Regionale che con un “Bando” del mese di aprile di questo anno è aperto fino alla fine del 2018, consente di programmare e gestire la crescita dei propri territori.

Il programma di sviluppo parte da questi presupposti: Sono i territori che devono scegliere, che devono dirci su che cosa vogliono puntare per valorizzarli e rilanciarli. Nessuno meglio degli amministratori locali conoscono la realtà in cui vivono. I Comuni devono aggregarsi e pensarsi all’interno di un territorio, scegliere, studiarli dall’interno, capire quali sono i suoi punti di forza e su quelli puntare per presentare i progetti e avviare il negoziato con la Regione per chiederne finanziamento e supporto logistico attraverso la programmazione unitaria dei fondi europei, nazionali e regionali. Non prima di essersi aggregati, perché non è pensabile e non è utile che ogni Comune pensi per sé.

Si deve partire da proposte di sviluppo condivise, forti di rilancio del territorio, con ampi punti di solidarietà, per trarre benefici per tutti.
Questa lettura vuole essere una proposta di pochi punti, ma comuni a tutti per innescare una nuova formula di crescita del nostro territorio.
Io li ho cosi schematizzati e riassunti:

1) Attivare in tutti i paesi dell’” Unione” un progetto per la creazione della formula del “Turismo diffuso” sfruttando le nostre case abitate, quelle sfitte o abbandonate. Proponendo l’ospitalità per altri nuovi 2.000 posti letto spalmati sul territorio.

2) Progettare una nuova riqualificazione urbana, di decoro degli spazi pubblici e del verde in forma univoca e a tema, basata sulle nostre tradizioni e specificità.

3) Redigere un nuovo piano di sviluppo dell’agricoltura nel nostro territorio, un nuovo “Piano Verde” mirato a rianimare il settore agrumicolo da tempo trascurato e attivare anche quello orto frutticolo con un progetto mirato al rinnovo degli impianti, con la riconversione varietale e al realizzo di nuovi impianti di agrumi, impiegando cultivar meglio accette dal mercato, moderne e capaci di ampliare la stagione produttiva. Investire sulla formazione per creare nuove figure da inserire nel mondo agricolo. Creare seriamente un piano di RIORDINO FONDIARIO finalizzato all’accorpamento e alla creazione dei modelli fondiari economicamente sostenibili.

4) Ampliare il servizio di collegamento pubblico fra i diversi comuni, migliorandolo soprattutto durante le ore di lavoro e di svago.

Nel passato, avendo avuto altro ruolo nel territorio, la trasmissione della presente sarebbe stata mirata e più specifica, adesso vorrei creare un dibattito che sia di buon auspicio per attivare, richiamare tutti gli attori preposti attorno un tavolo per la fase di concertazione e aprire verso la Regione Sardegna le necessità del Territorio.

Firmato
Valerio Boi (padre e cittadino del Sarrabus)

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