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Published on 18 Maggio, 2014 | by Gianluca Fadda

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Villasimius, sette giorni al voto in un paese troppo frammentato

Manca ormai solo una settimana alla fatidica data del 25 Maggio, giorno in cui saranno aperte le urne e i cittadini aventi diritto al voto potranno decidere finalmente chi sarà al volante della macchina amministrativa di Villasimius.

Chi si aspettava una campagna elettorale ricca di spunti dal punto di vista della bagarre e delle polemiche finora è rimasto sostanzialmente deluso: la contesa , almeno per il momento, si è svolta in un clima mite e all’insegna della correttezza reciproca, a parte qualche sporadica eccezione.

Tuttavia non sono mancati alcune novità rispetto al passato che hanno reso questa tornata elettorale non meno interessante delle precedenti.

Elemento importante di cambiamento dello scenario è l’addio alla politica locale (per raggiunto limite di legislature) dello storico sindaco Tore Sanna, in sella praticamente da più di trenta anni. Del suo eventuale ruolo di appoggio ad una lista piuttosto che ad un’altra si è abbondantemente parlato con le varie smentite o conferme del caso. E’ prevedibile che il dibattito non si chiuderà neppure dopo le elezioni visto l’inevitabile peso politico del (quasi) ex primo cittadino.

Altro fattore di unicità è il numero di concorrenti: quattro liste non si erano mai registrate nella storia elettorale della comunità, grande sicuramente per importanza economica a livello regionale ma piccola in termini di numeri di abitanti con una popolazione avente diritto al voto che supera a malapena le 3000 unità (nel 2009 votarono poco più di 2300 cittadini).

La frammentazione dei candidati non è vista in modo positivo dalla maggior parte della cittadinanza soprattutto perché incrementa il fattore di indecisione nella scelta del candidato da eleggere: con 48 papabili in gara aumentano le probabilità di avere più di un preferito dislocato in liste differenti.

Innovazioni anche dal punto di vista delle “armi” utilizzate per la contesa: oltre ai classici strumenti di propaganda come i comizi, il “porta a porta” e l’immancabile presenza nei bar alla ricerca della maggiore visibilità (per la gioia dei vari esercenti), è stata inoltre la prima campagna che ha utilizzato uno strumento inedito almeno a livello locale: facebook .

Sono spuntate infatti, o aggiornate con più continuità quelle già esistenti, le pagine dei rappresentanti le diverse fazioni in gara. All’intero delle pagine i post riguardanti i vari programmi, la riproduzione dei santini elettorali che solitamente trovavano il loro habitat naturale solo nel cartaceo, e i video dei comizi, spesso divisi in tranches probabilmente per non “annoiare” lo spettatore con una riproduzione troppo lunga.

Il social, anche se non ci si è avvicinati neanche lontanamente ai livelli dei loro “colleghi” candidati impegnati nelle concomitanti europee, ha dato spazio alle immancabili frecciate ad avversari o presunte malelingue: tutte rigorosamente anonime per evitare qualsiasi problema e con riferimenti soprattutto indiretti ma con l’obiettivo che il messaggio venisse comunque captato dagli “indiretti interessati”.

Ora i contendenti si preparano al rush finale organizzando gli ultimi appuntamenti con la popolazione nei comizi di fine campagna che si svolgeranno nella settimana a venire per cercare di accaparrarsi il voto di chi ancora non ha deciso il nome da scrivere nella scheda.

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