Sarrabus Gerrei

Published on 4 Novembre, 2013 | by Sara L. Canu

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Cara vecchia cabina telefonica, che fine hai fatto?

Erano un luogo di ritrovo e adesso sopravvivono in poche o giacciono nell’abbandono quasi totale. Complici del loro abbandono la tecnologia, ma anche i giovanissimi di oggi, che non hanno più bisogno di loro perché hanno in tasca l’ultimo modello di cellulare appena regalato da mamma e papà.

Sono le cabine telefoniche, le protagoniste. Quando gli adolescenti di 15 anni fa non avevano i cellulari, non prima dei 18 anni almeno. Un modo, almeno per i ragazzini (e ragazzine) un po’ più “peperini” per allontanarsi da casa e fare le telefonate più segrete, di nascosto dai propri genitori che però capivano tutto lo stesso e mantenevano comunque il segreto. O la tappa obbligatoria dei bambini, i 12enni che facevano incetta di schede telefoniche per quella che sembrava una collezione senza fine.

E i gettoni? Piastre di metallo simili a monete che anche nei posti abbandonati, non da Dio, ma dall’uomo sì, rappresentavano l’accesso per parlare col resto del mondo. O un po’ meno magari, dato che il suo massimo valore è stato di 200 lire. In caso di mancanza di resto, alcuni negozianti lo restituivano al posto delle monetine. Adesso sono totalmente sostituiti dai centesimi.

Meglio armarsi dei 0,50 o direttamente degli euro, ogni scatto viene a costare 10 centesimi e viene scalato anticipatamente all’intervallo di tempo previsto dalla tassazione. E naturalmente, se la moneta non viene utilizzata completamente, non viene restituita.

Anche le schede telefoniche resistono e con più caratteristiche. Alle classiche prepagate si aggiungono le carte che permettono di addebitare la chiamata sul proprio conto telefonico, altre specifiche per le chiamate all’estero.

Oggi sono poche le cabine telefoniche rimaste, oramai i giovanissimi posseggono cellulari di ultima generazione da subito, non hanno motivo di rifugiarsi e possono contare sul fatto che i loro genitori, presi da mille cose, si accorgano meno di quello che fanno di quanto non se ne accorgessero le mamme di non troppo tempo fa.

Il sito di telecom Italia offre  una lista di tutte le cabine telefoniche ancora presenti e funzionanti. Anche nei nostri paesi, resistono, a grande fatica. Ce ne sono diverse tra San Vito e Muravera, mentre solamente una a Villaputzu.

A Muravera si trovano in piazza Europa, in via Rinascita e nella via Roma, nella periferia del paese. A San Vito ne sono segnalate 4, lungo la via Nazionale, mentre l’unica rimasta a Villaputzu è in piazza Sant’Antonio.

Utilizzate magari da chi non vuole gravare troppo sulla bolletta e preferisce spendere a parte. Per chiamare “in continente” magari. Poche, ma alcune signore lo fanno ancora. O per le emergenze, perché saranno anche di ultimo grido, ma sia credito che batteria dei cellulari finiscono sempre nei momenti e nei posti sbagliati.

Ai primi avvisi della Telecom, quando decise di smantellare tante cabine, ci fu persino la possibilità di inviare una mail e fare un appello per la cabina da salvare.

Ma è il progresso a dettare le regole. L’utilizzo dei telefoni pubblici è calato del 90% e la ditta telefonica, principalmente, pensa a cosa sia conveniente fare. E anche la nostra zona, naturalmente, è stata colpita da questa scelta.

Anche loro però si sono adattate al passare del tempo. Hanno quasi tutte l’opzione “Mi Chiami?” in cui un privato può chiamare direttamente il telefono pubblico. Prevedevano forse che nelle tasche dei consumatori sarebbero rimasti, come al solito, pochi spiccioli.

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