Published on 15 Luglio, 2013 | by Gianni Agus

Il legame Sardegna-Australia. Con i Furias e il “muraverese” Paolo Zicca

C’era anche ieri, 14 luglio, a Muravera a cantare quanto le radici sarde siano belle e importanti. Paolo Zicca e il suo gruppo, I Furias, sul palco della piazza Europa. Non tutti sanno però che Paolo Zicca, oltre ad essere “muraverese” (insegna da tanti anni all’istituto agrario) ha un legame particolare con l’Australia e con i sardi d’Australia. Da venti anni, da quando fu chiamato ad inaugurare il circolo dei sardi nel continente dei canguri. Lo scorso novembre l’ultimo contatto, come raccontato in quest’articolo scritto, appunto, otto mesi fa. 

E’ la comunità sarda più lontana, e forse anche per questo una delle più forti. Cinque, seicento cuori isolani battono nel Queensland, in Australia. Battono lì da 20 anni, da quando l’allora presidente della Filef Ulisse Usai chiese ai sardi d’Australia di organizzarsi e riunirsi in un circolo. Circolo che l’anno dopo venne poi dedicato allo stesso Ulisse Usai, scomparso per una malattia improvvisa. Era il 1992 e per inaugurare il circolo furono invitati i Furias: Paolo Zicca, Orlando Mascia e Vincenzo Atzeni.

A distanza di  20 anni Paolo Zicca e Orlando Mascia sono ritornati nello stesso club per celebrare il compleanno a suon di musica sarda: “Una esperienza formidabile – ha raccontato Paolo Zicca – che ci ha fatto constatare quanto sia forte e vivo il contatto tra la Sardegna e l’Australia”. Una terra lontana, l’Australia. Ma ricca di spunti interessanti: “C’è un così gran rispetto per la natura e per il bene comune – ha aggiunto Zicca – che noi ce lo sogniamo. Gli emigrati stanno tutti bene, si sono inseriti alla perfezione e le prospettive sono ancora belle”.

I Furias hanno animato la celebrazione dei vent’anni con un repertorio sardo-italiano, da Nannedu Meo a Sole Mio. Ad organizzare l’evento lo storico presidente del circolo Paolo Zanda: “Siamo sempre molto attaccati alla Sardegna e in tanti un giorno vorrebbero far rientro. Purtroppo la situazione attuale del’isola ci induce a restare ancora qui. Anzi, stiamo assistendo a una terza ondata di emigrazione dopo quella degli anni ’50 e ‘70, e cioè quella dei figli degli emigrati che alcuni anni fa hanno fatto rientro in Sardegna”.

Difficile cogliere delle opportunità lavorative in Sardegna, dall’altra parte del mondo il futuro invece è assicurato. Il legame però, forse anche per questo, è sempre più forte: e la speranza è di vedere anche una Sardegna – con la sua musica, la sua cultura e le sue tradizioni – che riesca a spiccare il volo come ha fatto l’Australia. Grazie anche al contributo professionale e creativo dei 600 cuori isolani.

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