Curiosità

Published on 8 Novembre, 2015 | by Gianni Agus

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Alioska, guru di Ricette di Sardegna: “I segreti del successo? Pietanze locali e Sabrina”

Nessuno ci resti male. Chi c’è dietro “Ricette di Sardegna” non è la splendida donna che compare sul profilo della pagina Facebook. O meglio, Sabrina c’è, esiste, ed è diventata un “simbolo indissolubile”. Il guru però è un uomo, Alioska Mancosu, 42 anni. E’ lui l’artefice di un fenomeno social (250mila followers, 10 milioni di pagine visualizzate al mese) che sta conquistando l’Italia e si appresta a sbarcare negli States. Un fenomeno che viaggia a grande velocità: in tre anni i fan sono quintuplicati e nel giro dei prossimi mesi, in base alla previsioni, potrebbero raggiungere e superare quota un milione.

Alioska, tu sei per metà di San Gavino, per metà di Sanluri e abiti a Cagliari. Perché hai scelto una ragazza di Muravera come simbolo di Ricette di Sardegna?
E’ stata una casualità. Era il 2012 e per conto di Sardegna Turismo stavo promuovendo la sagra degli agrumi di Muravera. Scattavo foto, curiosavo per le stradine del paese, ammiravo per la prima volta le etnotraccas. Strepitose. Poi proprio su uno di questi carri animati ho visto Sabrina e sono rimasto fulminato dal suo volto sorridente. Le ho chiesto il permesso di scattare qualche foto e di inserirla nel mio progetto. Era lei la persona giusta, l’ho subito sentito dentro di me.

E hai avuto ragione…
Non è più possibile slegare Sabrina da Ricette di Sardegna. Pensate un po’ che migliaia di utenti ci scrivono chiedendo di lei. Inviano persino lettere d’amore. Una volta un ragazzo ha scritto che voleva incontrarla a tutti i costi altrimenti si sarebbe legato all’aeroporto.

Quindi anche in futuro tutto ruoterò attorno al volto di Sabrina?
Non solo attorno al volto, a breve ci saranno delle novità. Ne anticipo una: Sabrina comparirà in video e cucinerà direttamente lei. E’ la persona più indicata per dimostrare che non per forza occorre essere grandi Chef per una buona cucina.

E poi la genuinità del cibo…
Io uso due parole, allevato e coltivato. Basta quello sulla tavola per mangiare bene e catturare decine di migliaia di turisti buongustai. Ed il Sarrabus ha potenzialità infinite.

In che senso?
Hai dei colori bellissimi, basta guardare le campagne. La tavola deve rispecchiare questi colori. E’ sufficiente, appunto, cucinare quello che si alleva e si coltiva. Non solo: nel Sarrabus c’è anche una componente umana eccezionale, tutto quello di cui un turista necessita.

Stai sottolineando che c’è davvero tanto oltre le spiagge e il mare?
Fatemi passare una provocazione. Pensiamo per un attimo che il mare sia radioattivo, non prendiamolo in considerazione, gustiamoci tutto il resto. Sapete quanti tesori ci sono da scoprire? Pensate alla ex colonia penale di Castiadas, un qualcosa di maestoso. Rendetela fruibile sempre, è una delle cose da sfruttare.

Come è nato Ricette di Sardegna?
Avevo pensato, quando ancora Facebook era poco conosciuto, di promuovere sul social network la pasta Cellino. Non però come il semplice pacco di spaghetti. Pubblicai delle foto con la pasta già pronta, cucinata. Fu un successo incredibile. Da lì a poco, era il 2011, lanciai la pagina Ricette di Sardegna.

Oltre 250mila followers. Quali novità ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi?
Io e i miei collaboratori (siamo in cinque) stiamo preparando la classifica delle migliori cento pizzerie. E poi punteremo sul mercato europeo e americano. Ricette di Sardegna parlerà altre lingue.

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