Costa Rei

Come nelle favole, la storia turistica di Costa Rei comincia nel momento in cui un ragazzo di 22 anni, figlio del titolare di una agenzia immobiliare belga, sente parlare per la prima volta di un certo Aga khan, che aveva appena comprato 2000 ettari di terreno sulla costa nord orientale della Sardegna con l’intenzione di insediare un centro turistico. Era nato il mito della Costa Smeralda”. In quel lontano 1962, la notizia fece sognare il giovane Guido Van Alphen, che decise di partire alla volta dell’isola dei suoi sogni : la Sardegna. Aveva già sentito parlare da alcuni connazionali di un lembo di costa sarda ancora inesplorato, non troppo distante dal capoluogo isolano ma ancora selvaggio. Arrivato a Cagliari e ottenuto il primo contatto con un intermediario del luogo, conosce il giovane Pietro Valerio, sposato con una ragazza di Villasimius e trasferitosi in Sardegna dalla penisola. Valerio conosceva bene le località più belle del sud est e le famiglie di pastori provenienti dalla Barbagia, che allora erano gli unici possidenti terrieri della costa sud orientale. Inizia così il viaggio di Guido van Alphen uno dei tanti pionieri che hanno fatto la storia del turismo locale e che grazie al suo intuito imprenditoriale diede non solo i natali ma anche il nome ad una delle più importanti località turistiche della Sardegna. Nel 1962 il golfo che adesso si chiama Costa Rei era una zona ad esclusiva vocazione pastorale, con oltre 15 chilometri di spiagge vergini. Non esistevano strade, e raggiungere la località in auto era impresa ardua e faticosa.

Dopo svariati chilometri di strada bianca, il premio di tanta fatica era comunque la visione di scenari mozzafiato, che si presentavano lungo la strada panoramica che partendo dal golfo di Cagliari collegava il Capoluogo alla costa orientale. Passando per Solanas e procedendo verso Villasimius, s’incominciavano comunque ad intravedere le prime, timide avvisaglie di quella che poi si sarebbe rivelata una vera e propria industria turistica. La prima struttura turistica ricettiva sorgeva a Torre delle Stelle, un villaggio di proprietà di uno svizzero, e pochi chilometri più avanti si intravedeva quello che poi diventerà il Grand Hotel Capo Boi, di proprietà di un belga , sito a poca distanza dal centro urbano dell’attuale Comune di Villasimius. Allora, appena 50 anni fa, Villasimius era un piccolissimo borgo di pescatori e carbonai che offriva ai visitatori soltanto piccolo albergo ristorante , la “Stella d’Oro”,un solo bar ed un distributore di carburante.
Procedendo verso Castiadas e Muravera si potevano trovare solo estese aree disabitate e selvagge, enormi spiagge di sabbia bianchissima contornata da una foltissima macchia mediterranea. Dopo Villasimius, il primo centro abitato era costituito dalla colonia degli ex detenuti delle carceri di Castiadas , appena dismessa, e da Oliaspeciosa poi diventato Comune. Nel corso di un lungo viaggio lungo la costa orientale, fino a Tortolì , Dorgali e la Costa Smeralda Guido van Alphen valuta attentamente le varie proposte ed i siti di maggior interesse turistico, e decide comunque di optare per l’acquisto delle terre di proprietà dei pastori di Villagrande site nel Comune di Muravera.
Nel frattempo in Belgio, grazie alla buona pubblicità del padre e della sua Agenzia Immobiliare, il giovane Guido non fa fatica a trovare i soci di capitale per costruire un albergo ed un villaggio turistico. Si trattava di una strategia utile per far salire sensibilmente i valori dei terreni che s’intendevano acquistare per poi rivendere ai suoi stessi connazionali. In breve nasce la prima società Costa Rei S.p.A. Subito dopo altri pionieri, sempre dal Belgio, intraprendono la realizzazione delle prime lottizzazioni. Con le imprese approdarono a Costa Rei anche le opere di un giovanissimo architetto il belga Eric Balliu, vincitore del prestigioso Premio Roma Architettura, che aveva deciso di mettere alla prova il proprio ingegno e la propria creatività proprio a Costa Rei. Fu Eric Balliu a concepire il disegno delle prime Ville, perfettamente integrate con l’ambiente circostante, realizzate con un tetto piano e ricoperto di terra per poterci coltivare un giardino. L’idea, peraltro oggi attualissima, era nata con l’intento di rendere invisibili le costruzioni all’interno della macchia mediterranea, in modo da non deturpare in nessun modo lo scenario selvaggio e suggestivo che si sarebbe prospettato ai primi ospiti di Costa Rei. Purtroppo non la videro in questo modo i costruttori che arrivarono successivamente . Per loro le costruzioni , soprattutto se belle, dovevano poter essere ammirate e non nascoste .

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